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mercoledì 15 giugno 2016

“Separati” di ieri... e di oggi

Durante la mia odierna “passeggiata” evangelica, ho fatto sosta nella pagina di Matteo in cui Gesù apostrofa pesantemente gli scribi e i farisei, definendoli tra l'altro  “ipocriti”, “stolti e ciechi”, “sepolcri imbiancati” (Mt.23,13-32).
Questi “famigerati” versetti... resi memorabili per la forza con cui il Cristo esprime la sua avversione verso ogni forma di religiosità esteriore ed ipocrita... mi fanno oggi pensare in particolare ai “farisei”, il cui nome deriva dall'aramaico pĕrīshayyā  (che significa “separato”), ed è dunque collegato al fatto che queste persone formavano, per l'appunto, un gruppo “separato” rispetto al resto della gente comune.
Com'è noto... Gesù stigmatizzò a più riprese la loro religiosità sclerotizzata, fondata su una zelante ma esteriore osservanza delle regole e dei precetti della Legge mosaica, in base alla quale discriminavano moralmente... e consideravano "impuri"... quanti non si ponevano al loro stesso "livello".
Ben diversamente da loro... il Cristo annunciò invece l'Amore di Dio-Padre rivolto ad ogni essere umano, senza discriminazione alcuna e al di là di ogni umano principio di "merito"... tant'è vero che, per esempio, agli albori del cristianesimo Pietro diceva alla sua comunità: “Dio ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo”. (At 10,28)
Alla luce di tutto ciò... è paradossale che oggi ci siano delle Chiese cristiane che, pur ritenendosi eredi spirituali di Pietro, contraddicono clamorosamente queste sue parole e, ancor di più, contraddicono lo spirito del Vangelo... nel momento in cui considerano degli esseri umani “profani o impuri”... meritevoli, per esempio, di essere scomunicati.

Si tratta, evidentemente, di una riesumazione della mentalità farisaica operata da quanti... attuando questa religiosa “discriminazione” (dal latino “discrimen-Inis”, che significa infatti “separazione”)...  diventano quegli "essi" a cui si riferiva lo stesso Pietro quando diceva:
"Io adoro il Dio dei miei padri, seguendo quella Via che essi chiamano setta...”(At.24,14).
Proprio lui... Pietro... chissà cosa direbbe di quei suoi “successori” che costituiscono i "separati" di oggi, che "chiamano setta" quanti "adorano Dio" in un modo diverso dal loro.
 


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