giovedì 9 febbraio 2017

Dalle tenebre... alla Luce dell'immortalità

Per fare un "viaggio" dentro una delle più antiche aspirazioni dell'essere umano... quella di vincere la morte... una delle vie percorribili conduce alla città mesopotamica di Uruk dove, alla metà del III millennio a.C., viveva il sovrano Gilgamesh.
Nel mito che porta il suo nome, Gilgamesh scende nella profondità degli abissi marini per prendere la pianta che donerà al suo corpo una vita inattaccabile dalla morte... ma poi, mentre sta facendo ritorno alla sua città, un serpente gliela sottrae e così il suo sogno svanisce per sempre.
In tutt'altra direzione rispetto al “miraggio” di una irragiungibile immortalità corporale... si svolge il percorso di coloro che invece orientano la propria esistenza verso la meta dell'immortalità dello spirito.
E' questa la “sete” religiosa che... tra il IX e l'VIII secolo a.C. ... trova per esempio espressione nelle vediche Upanisad, dalle quali è tratta un'antica preghiera in cui il fedele chiede alla Divinità di essere condotto “dall'irreale al reale (asato mā sad gamaya), dalle tenebre alla luce (tamaso mā jyotir gamaya) dalla morte all'immortalità (mṛtyor māmṛtaṃ gamaya)".

In quella stessa epoca... alcune migliaia di chilometri più ad Occidente aveva inizio la vicenda storica raccontata dalle bibliche pagine dell'Esodo nelle quali... a partire dalla “colonna di fuoco, per far loro luce”, che guidava gli Ebrei nel pellegrinaggio verso la Terra Promessa (Es.13,21)… il simbolismo della luce venne adottato per indicare la Legge mosaica con la quale Dio orientava il popolo ebraico verso la salvezza, e vari autori biblici presentarono Dio stesso come la "luce" che “rischiara le tenebre” (Sal 18,29), la “lampada sui loro passi” e la “luce sul loro cammino” (Sal 119,105).

Pressoché in contemporanea con il sorgere dell'era cristiana... mentre Gesù attribuisce a Sé stesso il biblico simbolo della Luce (Gv 8,12)... nel Libro “Giuseppe e Aseneth” (uno scritto giudaico-ellenistico considerato un apocrifo dell'Antico Testamento) si legge che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe chiama “dalle tenebre alla luce, dall'errore alla verità, dalla morte alla vita” (8,10)... e l'ideale "risonanza" con la preghiera vedica appare in tutta la sua evidenza.

Pur nella diversità delle rispettive fedi e concezioni di Dio... da Oriente ad Occidente formano dunque un "coro" le voci dei credenti che anelano alla Luce dell'immortalità spirituale.



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