Torno oggi su questo argomento, riportando un passaggio che il Cardinale G.Ravasi ha dedicato a questo tema :
« Il testo della Bibbia in generale non è così fluido e continuo, rivela gibbosità, ripetizioni e presentazioni differenti di uno stesso evento. Ad esempio c'è nella prima e nella seconda pagina della Genesi una duplice narrazione della creazione notevolmente diversificata. Nella prima l'uomo è creato alla fine dei sei giorni simbolici della creazione; nella seconda l'uomo, invece, è la prima opera di Dio e il racconto è molto più pittoresco e sfocia nel “peccato originale”, ignoto alla prima descrizione » (G.Ravasi, “Questioni di fede”, 2010 Mondadori, p.150).
Molti di voi ricorderanno che nel post “mostri sacri” avevo evidenziato come il primo (Gen 1,26-28) di questi due racconti faccia emergere una concezione “egualitaria” uomo-donna... mentre il secondo, quello della “costola di Adamo” (Gen 2,24-28), subordina la donna all'uomo.
Ebbene... G.Ravasi fa qui cenno al fatto che questo secondo racconto sfocia nel “peccato originale”... ovvero nei versetti che parlano del sorgere della "peccaminosità" dell'essere umano a seguito della diabolica tentazione perpetrata dal "serpente" (Gen 3,1-19).
Questa celebre vicenda... considerata da molti come la "base biblica" della dottrina religiosa del peccato originale... ha evidentemente costituito un ulteriore allontanamento dalla concezione "egualitaria" uomo-donna espressa nel primo brano (Gen 1,26-28)... perché è la donna Eva a cedere per prima alla tentazione, inducendo poi al peccato anche l'uomo Adamo.
Come già vi ho accennato nel post "mostri sacri", il racconto di Adamo ed Eva (e dunque anche la dottrina del peccato originale)... esercitò una grande influenza sulla predicazione dei "Padri della Chiesa", i quali "impostarono" poi il successivo "filone" di tradizione religiosa cattolica-romana nella quale si sono via via consolidati alcuni modi di pensare tutt'altro che "egualitari" (dei quali vi ho parlato nei post “La donna nel cristianesimo” , “Un corridore in fuga”, "La donna è donna... o uomo mancato? Incubi e farneticazioni dell'Aquinate").
Abituati a considerare "fuori discussione" la fede religiosa che scaturisce da questa tradizione "plurimillenaria"... oggigiorno tantissimi credenti pensano che non si possa essere cristiani senza credere nella dottrina del "peccato originale" (un'espressione che, peraltro, non è mai presente nei Libri biblici dell'Antico come del Nuovo Testamento).
Viceversa, coloro che... anziché ragionare secondo una certa tradizione... accettano la sfida :-) di ragionare con la propria testa, possono distinguere la tradizione religiosa... da Dio... evitando dunque di attribuire a Lui ciò che invece proviene dalla mentalità fallibile degli uomini.
E' questa la prospettiva che porta a "sgonfiare" la rilevanza del racconto biblico di Adamo ed Eva e del peccato originale, evidentemente elaborato da una tradizione religiosa che subordina la donna all'uomo... rivolgendo, piuttosto, la propria attenzione al racconto biblico "egualitario" (Gen 1,26-28), espressione di una diversa tradizione religiosa che non accoglieva in sé questa radice di discriminazione.
D'altronde... a differenza di ciò che in moltissimi oggi sono "abituati" a credere... non tutte le odierne confessioni cristiane credono nella dottrina del "peccato originale" e, per fare soltanto un esempio, non tutte credono che la donna debba essere esclusa dal servizio sacerdotale riservato "da Dio" all'uomo.
Queste concezioni non sono infatti presenti nel pensiero teologico del Cristianesimo ramirico.
P.S. - A chi vuole continuare a riflettere un po' su questo argomento "peccaminoso" :-) suggerisco anche una “passeggiata” nel mio blog “Sui sentieri del Vangelo di Giovanni”, con "sosta" alle voci:
"Peccato" (nel Glossario)
"Un Gesù... "scandalosamente" misericordioso", Gv 8,10-11 (nel brano "La donna adultera")
“Espiazione e purificazione” (nel Sentiero panoramico).
Puntata successiva: Donna...
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