venerdì 26 maggio 2017

Concetti... e preconcetti

Pur essendo ormai entrata nel linguaggio comune... con una popolarità riverberata in modo canzonatorio anche dalla recente “Occidentali's karma” vincitrice del Festival di Sanremo... la parola sanscrita “karma” continua ad essere considerata un'intrusa da parte di quei "tradizionalisti" che le negano il "diritto di cittadinanza religiosa" in Occidente.
Diversamente da ciò che molti sono abituati a pensare, il Sanscrito non è però una lingua estranea all'Occidente ed anzi... in quanto appartenente al ceppo linguistico indo-europeo... essa è in realtà una "parente illustre del latino e del greco" (Dizionario Sanscrito, Vallardi, 1993, p.VII).
Questa parentela è infatti riscontrabile in alcune parole usate nelle nostre lingue "classiche"... com'è per esempio il caso del vocabolo "Dio", il quale... attraverso il latino "Deus"... proviene dall'unica radice indo-europea "div/dev" (Splendente/Luminoso) da cui discendono anche i termini sanscriti "Divya" (Divino) e "Deva" (Divinità).*

Tornando poi, in particolare, alla parola karma (o karman)... nella lingua Sanscrita essa significa semplicemente “azione” e... com'è noto... nelle religioni orientali questo termine ha assunto un peculiare significato religioso, a designare il principio di "causa-effetto" attivato dal proprio agire.

Ebbene... ben lungi dall'essere esclusivamente orientale... il principio religioso di causa ed effetto è solidamente radicato in Occidente e, per constatarlo, basta "rispolverare" la pagina del Vangelo di Matteo in cui Gesù dice “Tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada” (Mt 26,52)... o anche, risalendo all'Antico Testamento, basta per esempio rileggere dei passaggi come: “Coloro che coltivano malizia e seminano miseria, mietono tali cose” (Gb 4,8)... per non parlare della celeberrima massima desunta dal Libro del profeta Osea “Chi semina vento raccoglie tempesta” (Os 8:7).

Pertanto... se non si è affetti da una sorta di "xenofobia linguistica"... diventa naturale poter usare anche in Occidente la parola karma, per riassumere in un unico termine il principio di causa ed effetto, cioè l'idea... presente anche nella tradizione biblica... che chiunque si trova a dover raccogliere i frutti di quanto ha seminato, vivendo cioè delle esperienze che "ereditano" gli effetti di azioni precedentemente compiute.

Negli articoli di questo mio blog io spesso utilizzo il termine karma e, ovviamente, lo faccio nella peculiare accezione che designa il principio spirituale di "causa ed effetto" così com'è inteso nel Cristianesimo ramirico.
Coloro che, anziché approfondire questo significato, si limitano a seguire “luoghi comuni” e “leggende metropolitane”... e pensano che io lo utilizzi in un senso induista o buddhista... attirano su di sé il karma che insegue chi, coltivando i preconcetti, raccoglie il frutto dell'ignoranza.


* Vedi il post "Occhi sbarrati"



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