domenica 4 ottobre 2009

L'eroe della mia infanzia

Della mia infanzia trascorsa a Monteviale, un paesello di tradizione contadina adagiato su un colle a ridosso di Vicenza, ricordo i gioiosi pomeriggi passati all'aria aperta, tra i prati e i boschi circostanti, nei quali incontravo quotidianamente un gran numero di animali.
In quel periodo uno dei miei "eroi" preferiti era Francesco di Assisi, il Santo che parlava con il lupo e predicava agli uccellini:
Noi bambini sentivamo Francesco tanto vicino, perché la sua storia ci insegnava ad amare le caprette, i cani... ed anche i ghiri e gli scoiattoli che incontravamo sui sentieri boschivi.
Tra tutti questi animali, io avevo una predilezione per i gatti, che occupavano un posto privilegiato nel mio cuore di bambino e continuano ad occuparlo anche oggi, che mi trovo a condividere la mia quotidianità con una tenera famigliola felina.
Quando incontro questi piccoli amici, mi capita spesso di imbattermi in un campionario di espressioni che toccano "dentro": lo sguardo eloquente di chi ha qualcosa da farsi perdonare... gli occhi imploranti una razione supplementare di coccole... la contentezza di chi va "a fare la pappa" con le movenze scaltre di un giovinetto birichino.
Ma "il loro meglio" tutti lo danno quando si trovano vicini a Swami Roberto, al punto che in qualcuno di quei momenti si fa fatica a capire se sono gatti... o "bambini".
Sovente vedo Swami stabilire con loro una comunicazione a dir poco sbalorditiva, che evidentemente fa parte del "linguaggio" diverso, a me inaccessibile, con il quale Lui si relaziona al regno animale.

Per fare soltanto un esempio tra i tanti, ho ancora davanti agli occhi quanto accadde il 16 giugno del 2001, in coincidenza con la partenza di noi Ramia per una missione umanitaria in India nella quale consegnammo 45 quintali di generi di prima necessità raccolti dalle famiglie di Anima Universale in favore dei terremotati.
In quell'occasione accadde un fatto che mi lasciò esterrefatto:
Un Martin Pescatore... (volatile rarissimo in Italia e "guarda caso" diffuso nella regione del Gujarat, in cui si stavano recando i miei confratelli Ramia)... d'improvviso sbucò dal cielo per posarsi sulle mani di Swami Roberto. Restò accovacciato come fosse in un nido, tutto il tempo necessario affinché ramia Osvaldo andasse a prendere la macchina fotografica e potesse scattare questa memorabile fotografia.

A distanza di tempo da questo e altri fatti analoghi, posso proprio dire che il mio incontro con Swami ha sortito anche l'effetto di stravolgere i canoni sui quali si basava il mio rapporto con i nostri fratelli animali, al punto che ora riesco a guardarli con occhi completamente diversi.
Ed oggi, in un giorno dedicato a loro (visto che San Francesco è il protettore degli animali), io ringrazio Swami di avermi mostrato tangibilmente cosa significa amare gli animali e dialogare con loro alla maniera divina, come il poverello di Assisi già aveva chiaramente insegnato.
Certo, spesso mi trovo a vivere il rammarico di non riuscire a riconoscere gran parte del linguaggio "sottile" con cui Swami si relaziona agli esseri che vivono nelle svariate forme di vita della natura... come per esempio le stesse piante... ma poi il mio animo gioisce quando riesco almeno a cogliere alcune delle reazioni più evidenti con cui gli alberi a volte gli rispondono, con fiori e profumi.