Al riguardo, la preoccupazione principale di alcune Chiese è quella di insegnare ai propri fedeli a prendere le distanze dai credenti delle altre confessioni religiose, secondo il principio che per difendere la propria identità è necessario rimarcare la linea di "separazione" da quanti hanno una fede diversa.
Tra queste due parole apparentemente simili, esiste una differenza... che fa la differenza.
Separare significa dividere... laddove distinguere significa invece discernere al fine di riconoscere le differenziazioni.
Le istituzioni religiose che si preoccupano esclusivamente di separare, dimostrano di avere una opinione molto bassa dei propri fedeli: poiché li reputano incapaci di distinguere, impediscono loro ogni forma di dialogo religioso per paura che si confondano. Per conseguenza crescono i muri, le divisioni e le contrapposizioni.
In realtà... chi è autenticamente padrone della propria identità religiosa, e segue con consapevolezza e coerenza il proprio peculiare cammino spirituale... non può avere paura di dialogare con un fedele di un'altra religione, e neanche eventualmente di tenerlo per mano pregando insieme l'unico Dio, pur se chiamato in modo diverso.
Infatti, chi sa discernere è capace di distinguere... per cui, non correndo il rischio di confondere, non ha neppure bisogno di separare.
Ecco perché il messaggio cristiano di Anima Universale porta sempre a cercare il dialogo sulla base di ciò che unisce... al fine di costruire la fratellanza autentica, che nasce dal rispetto della diversità.
« Chi ha rispetto per tutte le religioni afferma:
IO CREDO in Dio,
Padre e Madre
di tutte le genti.
IO CREDO nella fratellanza,
al di là di ogni razza, credo e cultura.
IO CREDO nell'Amore,
il comun denominatore che unisce in Sé
tutti gli esseri viventi.»
(Swami Roberto)
« Chi ha rispetto per tutte le religioni afferma:
IO CREDO in Dio,
Padre e Madre
di tutte le genti.
IO CREDO nella fratellanza,
al di là di ogni razza, credo e cultura.
IO CREDO nell'Amore,
il comun denominatore che unisce in Sé
tutti gli esseri viventi.»
(Swami Roberto)