« Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all'ombra delle tue ali » (Sal 17,8).
Mediante un'immagine suggestiva il salmista si rivolge qui al Signore chiedendoGli la sua divina protezione come se fosse una palpebra che naturalmente si abbassa per proteggere la delicata pupilla degli occhi, difendendola dai pericoli anche improvvisi che possono giungere dall’esterno.
Poiché questa preghiera si compie nella misura in cui sappiamo far crescere l’ “intimità” del nostro rapporto con il Signore, la “via maestra” per favorire la sua attuazione è costituita dal perseguire quella che la tradizione cristiana, soprattutto orientale, definisce “theôsis”… cioè la “divinizzazione” intesa come trasformazione interiore messa in atto da quanti praticano concretamente i divini insegnamenti, e dunque modellano sulla sequela di Cristo la propria condotta di vita... conseguendo così una reale partecipazione alla sua natura divina.
E' in questo modo che si raccoglie il suo invito ad essere “uno” con Lui (cf. Gv 17,23), consentendoGli così di custodirci “come pupilla degli occhi”, e di proteggerci “all'ombra delle sue ali”.
---
P.S. - Su questo argomento, puoi percorrere due piste di approfondimento a partire dalle voci “Illuminazione” e “Inabitazione” (nel “Dizionario tematico” del mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale, sulle impronte di Swami Roberto”)