L'essere ingannato proprio da se stesso è la cosa più grave di tutte: infatti se chi inganna non si allontana neanche di poco, ma sta sempre vicino, come può non essere terribile?” (Socrate)*
Così come una persona che finisce nelle sabbie mobili può uscirne aggrappandosi a qualcosa che, dall'esterno, le fornisca un appiglio... anche dalla terribile condizione nella quale si pone chi inganna se stesso (per esempio silenziando la propria coscienza per non esserne disturbato)... è possibile uscire grazie ad un soccorso a cui aggrapparsi.
Proprio questo è uno degli aiuti vitali elargiti dalla Parola Divina che, incessantemente, offre agli esseri umani un “appiglio” che tra l'altro li salvi anche dall'autoinganno nel quale altrimenti cadrebbero... in mancanza della Luce necessaria ad evitare che la loro mente menta, “impantanandoli” in una visione alterata ed illusoria della realtà.
Sì... è la Parola Divina che salva... tutti coloro che dimostrano l'autentica volontà di farsi da Essa salvare... non limitandosi ad ascoltarLa, ma proprio “aggrappandovisi”, ovvero accogliendoLa in profondità nel proprio essere, e facendo tutto il possibile per applicare i Divini Insegnamenti alla propria condotta di vita... trovando così in Essi tutto il sostegno necessario per uscire dalle “sabbie mobili” di una visione distorta della realtà.
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*(Platone, Cratilo, 428d)