lunedì 26 marzo 2018

Il fiore di loto

Oṃ Maṇi Padme Hūṃ
(O gioiello del loto)

Nel cuore di questo celebre mantra troviamo il “loto” (in sanscrito “padma”), un fiore che è simbolo di purezza e di apertura spirituale perché emerge dall’acqua fangosa senza esserne macchiato… uscendo dall'oscurità per espandersi nella luce.
È in questa prospettiva semantica che la tradizione buddista tibetana riferisce il mantra Oṃ Maṇi Padme Hūṃ alla compassione sbocciata nel bodhisattva Avalokiteśvara (il termine sanscrito bodhisattva significa “colui la cui essenza è il risveglio, l’illuminazione”).

All’insaputa dei più la simbologia del fiore di loto è presente anche nella Bibbia, e precisamente nel Cantico dei Cantici*, pur se tale presenza è resa “invisibile” nelle edizioni bibliche basate sul testo greco dei LXX… le quali traducono l’originario termine ebraico šôšan con “giglio”, il fiore che evoca simbolicamente la castità.
Invece, poiché il Cantico è un poema che canta l’amore reciproco tra una fanciulla e un giovane, e si presenta come una biblica esaltazione dell’amore quale piu alto valore della vita… è proprio questo tema a “suggerire” la traduzione dell’ebraico šôšan quale derivazione dell’egiziano “sešan” (fiore di loto), perché nell’antica cultura egiziana tale fiore simboleggiava l’amore e, come la fenice, era segno di vita nuova nonché di vittoria della vita sulla morte (Cfr. Cantico 8,6).

Questo “nettare” simbolico del loto… mi fa oggi pensare alla Pasqua di Cristo:
Seguire infatti la via tracciata dal Risorto… che ha lasciato ai suoi discepoli il “Comandamento dell’amore” (Cfr. Gv 13,34)... significa far sbocciare in sé il fiore della capacità di amare ed essere compassionevoli verso il prossimo, facendo così emergere... dal fango degli umani limiti... tutta la propria bellezza spirituale.
Quello è il momento in cui brilla nel “loto” il “gioiello” della propria interiorità risvegliata dalla Luce di Cristo.
Oṃ Maṇi Padme Hūṃ

« Sei come il fior di loto:
Dalla melma delle colpe puoi sbocciare in tutta la tua interiore bellezza, sublimando l’intelletto alla Luce di Dio.»

       (Swami Roberto)






* P.S. - Cfr. Cantico dei Cantici 2,16; 4,5; 5,13; 6,2; 6,3; 7,3; 8,6





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