giovedì 14 marzo 2024

Come un'eco oltre il tempo...


Tra gli innumerevoli sentieri spirituali che si diramano nelle pagine del Vangelo, quello orientato verso la Beatitudine promessa a coloro “che sono nel pianto, perché saranno consolati” (Mt 5,4) può rivelarsi una via particolarmente impegnativa da percorrere... dal momento che l'esperienza della sofferenza porta con sé difficoltà e dolore... suscita timori e interrogativi... mette alla prova la fede.

Un tradizionale approccio all'argomento è suggerito da questo celebre versetto neotestamentario: “E' per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?” (Eb 12,7).
Questo principio spirituale - della sofferenza intesa come strumento correttivo usato dal Padre nostro per “educare” gli esseri umani a ravvedersi dai loro modi di essere sbagliati - purtroppo è stato anche frainteso da parte di chi lo ha interpretato associando erroneamente a Dio l'idea della “punizione”, come se Lui infliggesse ai peccatori il castigo del dolore e della sofferenza al solo fine di far loro “pagare” il male che hanno fatto... quando invece l’Azione di Dio, che è perfetto Amore, in realtà non ha nulla a che vedere con questa logica “punitiva” che taluni Gli attribuiscono.

Infatti... coloro che approfondiscono la peculiare concezione cristiana-ramirica di karma [a] possono rendersi conto che le prove dolorose che si è eventualmente chiamati ad affrontare nel corso della vita sono in realtà delle opportunità di maturazione interiore concesse dalla Divina Misericordia... e prendono forma in  “lezioni esistenziali” che, karmicamente parlando, costituiscono per ogni persona l' “effetto” di una “causa” riconducibile ad una sua precedente responsabilità spirituale.

Riguardo alla comprensione di questo significato karmico della sofferenza, e quindi riguardo alla corretta comprensione del modo in cui il dolore possa rientrare nel Piano Divino del “Padre nostro che corregge i suoi figli” (Cf. Eb 12,7)... uno spunto utile alla riflessione personale può essere colto anche dall'osservazione di come il dolore fisico che un essere umano può provare, sia di fatto un “segnale” con il quale il suo corpo lo avvisa che c’è un qualche male che lo sta colpendo... per cui il vero “problema” è dunque costituito dalla “causa-male”... e non, invece, dall' “effetto-dolore” che ne deriva… e anzi:
In realtà il dolore svolge un po’ la funzione della sirena di allarme che si fa sentire per segnalare l’esistenza di un problema... tant'è vero che è proprio grazie a questa “segnalazione” dolorosa che ci si può rendere conto della necessità di rimediare, per l'appunto, ad un problema di salute… come possono infatti fare i medici che, partendo dall’effetto corporeo, sanno risalire alla causa fisica che l’ha prodotto. 

Una funzione per certi versi analoga a quella del dolore fisico è svolta dal dolore interiore provocato dall'eventuale difficoltà dell'esperienza che si sta vivendo... nel senso che anche questa sofferenza dell'anima può fungere da “segnalatore” della necessità di un'azione spirituale che “risani” e fortifichi la propria interiorità... rendendola capace di reagire con fede e volontà alla prova karmica che si presenta... sollecitandola a tirare fuori il meglio di sé per affrontarla.

A questo valore spirituale che è custodito nelle esperienze difficili e dolorose della vita, vanno dunque riferiti i passi del Vangelo nei quali Gesù... definendo “beati” i sofferenti (cf. Mt 5,4; Lc 6,21b)... indica una via di Beatitudine che è percorsa da quanti sanno affrontare con fede e consapevolezza le proprie esperienze karmiche... e poi sanno anche “unirsi” spiritualmente alla Sua Pasqua, chiedendoGli la Luce e la Grazia divina che permetta loro di risorgere dalla “croce” della propria sofferenza.

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« Dal profondo della tua amara solitudine fatta di incomprensioni, dubbi, rabbia e umiliazioni…
dal profondo della tua tristezza e dolore…
dal profondo dei tuoi perché, incertezze e delusioni…
dal profondo della tua guerra interiore e da ogni momento di panico e ansia…
dal profondo della tua anima, unisci il tuo grido al forte grido di Gesù sulla Croce, e come un’eco oltre il tempo, lo Spirito di Cristo ti raggiunge per distruggere il sepolcro della tua sofferenza.
Quel grido di Cristo può disintegrare gli “atomi” della tua prigione interiore.
Tu, alza gli occhi verso il Crocifisso e Lui li abbassa per raggiungerti nel tuo profondo.»
(Swami Roberto)


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[a] Nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, puoi seguire una pista di approfondimento che parte dal termine “Karma” (Nel Dizionario tematico).

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In questo blog, puoi vedere anche i post:
Vi è una Preghiera...
Mezzo di elevazione interiore