Esistono dei giochi di parole provenienti dai tempi antichi, che mantengono a tutt'oggi la loro efficacia: basti pensare, per esempio, ai detti latini “per aspera ad astra” (attraverso le asperità sino alle stelle) e “ad augusta per angusta” (alle cose eccelse attraverso le difficoltà), i quali fanno intendere come gli ostacoli che si incontrano nella vita... se da un lato implicano problemi e sofferenza, dall’altro sono anche dei banchi di prova che stimolano a tirare fuori il meglio di sé, e quindi possono diventare dei “passaggi” verso traguardi altrimenti preclusi.
Affinché ciò possa accadere lo snodo decisivo è sempre costituito dall'umana libertà... alla quale compete la responsabilità di affrontare queste “prove” mettendo in campo fede, buona volontà, discernimento, ovvero i mezzi che permettono di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita, facendo tra l’altro diventare vero anche il detto greco “pathèmata mathèmata” (le sofferenze sono insegnamenti).
Su questo stesso solco concettuale trova posto anche un altro detto latino “per crucem ad lucem” (attraverso la croce si giunge alla luce), che evidentemente è riferito al valore salvifico della croce di Cristo ma che, alla luce della mia fede cristiana-ramirica, io comprendo anche nel senso che attraverso la “croce” del proprio karma... “portata”, cioè affrontata seguendo la via di Cristo (cf. Lc 9,23), e grazie a Lui superata... si arriva alla “luce” del risveglio spirituale.
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P.S. - Nel mio “Diario di un monaco” puoi approfondire il concetto cristiano-ramirico di karma leggendo, tra gli altri, questi post:
- Concetti... e preconcetti
- Karmicamente
- Rimetti a noi
- Esami di maturità
- Olio da accendere
- Una pagina scabrosa del Vangelo