sereno e pieno di Luce,
a voi e ai vostri cari
Mi chiamo ramia Massimo, sono un monaco della Chiesa Anima Universale. Qui parlo di Swami Roberto, della mia esperienza di vita monastica e di teologia.
“Non si può dipingere di bianco il bianco, di nero il nero. Ciascuno ha bisogno dell'altro per rivelarsi”. (Manu Dibango, artista camerunese)
Per applicare ai rapporti interpersonali il principio affermato da questo aforisma, basta pensare al fatto che il prossimo... fornendoci un termine di confronto che ci dà la possibilità di conoscere una prospettiva diversa dalla nostra... ci aiuta a “rivelarci” sia consentendoci di conoscere qualche aspetto di noi stessi di cui non ci rendevamo conto (e che, per l'appunto, il confronto con gli altri ci aiuta a scoprire)... sia donandoci l'opportunità di integrare il nostro modo di vedere le cose con nuovi “colori”, aspetti, prospettive.
Per beneficiare di questo arricchimento bisogna evidentemente aprirsi al prossimo senza fermarsi di fronte al fatto che sia “diverso” da sé... senza farsi condizionare dai pregiudizi o dalla paura di mettersi in discussione... senza discriminare e/o emarginare nessuno...
Proprio queste sono le “radici” dell'albero della pace, che cresce rigoglioso e produce copiosi frutti nella vita di coloro che... stabilendo un rapporto proficuo con il prossimo e contribuendo così a demolire i muri di diffidenza che troppo spesso separano le persone... percorrono la via degli “operatori di pace” (Mt 5,9) di cui ci parla il Vangelo.
Proprio questo è uno dei fondamentali “Messaggi” da sempre veicolati dal Natale del Bambino Gesù che... entrando nella “grotta” del nostro cuore... ci aiuta a riscoprire dentro di noi la spontaneità, la purezza e l'apertura alla vita e al prossimo... che ci appartenevano in maniera del tutto naturale quando eravamo bambini, e che oggi siamo chiamati a risvegliare... per farci pienamente testimoni del Suo Natale riverberando nelle nostre vite i Raggi dell'Amore, della Fratellanza e della Pace.
mi torna oggi in mente una
tradizionale rappresentazione della Madonna che, raffigurata in piedi
sulla luna, suggerisce una “naturale” lettura simbolica: “Possiamo fuggire il male o per paura della pena, come schiavi; o nella speranza della ricompensa, come mercenari; oppure per amore di Dio, come figli/e”. (*)
“È il soffio dell'Onnipotente che lo fa intelligente (l'uomo)” (cf. Gb 32,8).
Diversamente da quella che possiamo normalmente esprimere mediante le nostre umane facoltà cerebrali, l'intelligenza a cui fa riferimento questo passo biblico è ispirata da Dio che, insufflando la Luce del Suo Santo Spirito, “fa intelligente” l'essere umano in una maniera che va ben oltre ciò che gli è naturalmente consentito dalla sua condizione terrena.
“Forte non è chi non cade mai, ma chi cadendo riesce a rialzarsi”.
Questo proverbio fa evidentemente riferimento alle cadute che possono verificarsi nel corso della vita, qualora si incorra per esempio in un grave errore, o ci si trovi a sperimentare una sconfitta, o un fallimento...
Anche se tutti vorrebbero ovviamente evitarle, in un modo o nell'altro tali cadute possono verificarsi nel cammino di chiunque... ed uno snodo fondamentale del proprio percorso di crescita interiore passa proprio da lì, ovvero dalla capacità di affrontare le proprie eventuali cadute con il coraggio e la volontà di rialzarsi... e non invece autocommiserandosi, rassegnandosi, rinunciando a reagire.
“Le vie del Signore sono infinite”.
Facendo riecheggiare una realtà che è evidentemente affermata dalla fede, anche questo notissimo proverbio è un utile pro-memoria... da tenere bene a mente qualora ci si trovi per esempio in una situazione complicata, nella quale si scopre che la via che ci si immaginava di percorrere non è in realtà percorribile:
Di fronte a questa eventualità non bisogna mai scoraggiarsi, perché il Signore può sempre venire provvidenzialmente [a] in nostro soccorso aprendoci un'altra delle Sue infinite vie... se con fede sappiamo chiederGli aiuto.
Nel celebre Prologo che apre il Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù Cristo è presentato come l'incarnazione del Verbo (in greco Lógos) che sin dal principio era presso Dio ed era Dio (cf. Gv 1,1-18)... si legge tra l'altro che “tutto è stato fatto per mezzo di Lui (il Verbo)” (Gv 1,3).
Questa azione divina, mediante la quale tutto è stato fatto, continua incessantemente a manifestarsi nel fluire del tempo... in tutto ciò che, attimo dopo attimo, continua ad essere fatto dal Verbo-Cristo, anche per vivificare l'interiorità di ogni essere vivente (cf. Gv 1,4).
Tra i vari termini storicamente usati per designare la verità compare anche la parola greca “aletheia”, che nel suo significato etimologico indica la verità come lo svelamento di ciò che prima era nascosto/dimenticato.
Dalla prospettiva suggerita da questo termine, è possibile osservare il processo di progressiva acquisizione della verità come un processo di riscoperta di ciò che è già insito nella propria essenza spirituale... ovvero come l'interiore percorso di “illuminazione” [a] attraverso il quale si riporta alla luce la verità che è già dentro di sé... ma che l'ignoranza spirituale momentaneamente nasconde/fa dimenticare.
“Fa che la tua paura sia piccola, perché se la lasci crescere, sarai tu ad essere piccolo/a”.
« Per due cose impara a non agitarti: per quelle che si possono cambiare e per quelle che non si possono cambiare » (Proverbio)
Come a dire che, invece di agitarsi, bisogna darsi da fare per cambiare il prima possibile le cose che possono essere cambiate... mentre per le altre è necessario mettersi l'animo in pace perché, come ci ricorda un altro proverbio, “ciò che non si può cambiare bisogna saperlo sopportare”
«Attraverso lo spazio l'universo mi comprende e mi inghiotte come un punto: con il pensiero sono io a comprenderlo»...
«L'uomo supera infinitamente l'uomo» (Blaise Pascal)
E' il nostro spirito che supera infinitamente i limiti fisici dell'esistenza che stiamo sperimentando con il nostro corpo... e anche se nello spazio siamo come un minuscolo punto compreso e inghiottito nell'immensità dell'universo... con il nostro pensiero siamo invece noi che comprendiamo l'universo.
“In ogni luogo sono gli occhi del Signore” (Pr 15,3)
“Egli conosce ogni azione degli uomini” (Sir 15,19).
Alla luce della fede è motivo di grande conforto sapere che il Signore conosce tutto di noi e veglia costantemente sulle nostre vite... in un modo che il salmista esprime con queste parole: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.” (Sal 139,1-4).
Proprio per il fatto che Lui conosce tutto di noi, e che i suoi occhi sono in ogni luogo... noi possiamo incontrarLo nell'intimità della nostra coscienza che, biblicamente parlando, è infatti definita come la “lampada del Signore (che) scruta dentro, fin nell'intimo” (cf. Pr 20,27) [a].
Nella nostra coscienza possiamo vedere noi stessi con uno sguardo illuminato dalla Luce Divina... a condizione, però, che riusciamo a “svuotarci” del nostro io orgoglioso ed egoista, per “riempirci” di Dio.
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Nel mio blog “Un mio viaggio nel Soprannaturale sulle impronte di Swami Roberto”, puoi percorrere una pista di approfondimento che parte dal termine "Preghiera" (Nel Dizionario tematico).
“Gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario per alzarsi” (Proverbio).